29 Ottobre, 2020 | Di Wellnet

SEO Trick o SEO Threat?

Digital da "brividi"...

Digital da "brividi"

Dolcetto o scherzetto? SEO buona (White Hat SEO) o SEO cattiva (Black Hat SEO)? Nel giorno di Halloween (e non solo) mostri, scheletri e fantasmi invadono le nostre città, ma anche i nostri siti online!

Che cos’è la Black Hat SEO?

I motori di ricerca, in particolare Google, per valutare i siti e fare in modo che compaiano nelle ricerche degli utenti, usano svariati algoritmi, che sono segreti, ma che uno specialista SEO può intuire, specialmente nel 2020. Infatti, con lo sviluppo di tecnologie come l’intelligenza artificiale, si cerca sempre più di avvicinarsi non solo a ragionare come l’essere umano, ma anche a compiere elaborazioni e analisi molto complicate, che possono portare a estrarre informazioni molto significative a partire da una mole enorme di dati apparentemente slegati tra loro.

La Black Hat SEO, chiamata anche “negative SEO” non segue le linee guida di Google, ma pratica tecniche illecite per impedire il posizionamento di un concorrente e favorendo il proprio, cercando di ingannare i motori di ricerca.  

Solitamente le figure che svolgono questo mestiere sono giovani che lo praticano consapevolmente, ma non è raro che in qualche occasione siano i fantomatici “cugini” che, con l’inesperienza e limitata preparazione, si impegnano inconsapevolmente in attività che, alla fine, risultano un auto-goal.

Le tecniche più comuni della Black Hat SEO sono:

  • Keyword Stuffing: usare ripetutamente la parola chiave all’interno del contenuto della pagina.
  • Testo e link nascosti: camuffati all’interno del codice sorgente della pagina in modo che gli utenti non li vedano, ma gli spider dei motori di ricerca sì.
  • Cloaking: consiste nel creare contenuti o pagine visibili solo ai motori di ricerca, mentre gli utenti visualizzano altro.
  • Pagine doorway: pagine prive di contenuto interessante per l’utente, ma che vengono indicizzate dai motori e aiutano le pagine interne del sito.
  • Desert Scaping: consiste nel recupero di domini scaduti o di siti cambiati, però ben posizionati, da usare per il proprio sito.
  • Link spam: acquisto di link da circuiti automatici per aumentare la popolarità del sito.

Un Black Hat SEO capace utilizza queste tecniche per aiutare il proprio sito a scalare la serp, ma ci sono anche tecnici che usano queste tecniche per far penalizzare i siti dei concorrenti, per questo motivo Google, anni fa, ha rilasciato uno strumento che aiuta i webmaster a risolvere in parte questo problema: Disavow Links.

Come proteggersi dagli attacchi della Negative SEO?

Google si adopera costantemente per smascherare i “truffatori” della SERP, e ci suggerisce questi strumenti:

  1. Gli avvisi via e-mail

Collegando il tuo sito alla Search Console di Google puoi richiedere di essere avvisato via mail in caso di:

  • Penalizzazione da parte di Google
  • Problemi con il server
  • Problemi con pagine non indicizzate
  • Attacchi da malware
  1. Monitorare i backlink

I backlink sono il modo più semplice per penalizzare un sito, perché non esiste un controllo di password, ma basta linkare il sito ad altri siti di bassa qualità e la penalizzazione è certa. Per controllare da dove è “linkato” il tuo sito si possono usare vari strumenti, tra i quali SEOZoom, SEMrush e Ahrefs.

  1. Proteggi i tuoi backlink validi

Esistono persone che, di mestiere, contattano i proprietari dei siti per fargli togliere il link autorevole, facendo in questo modo perdere di valore al sito e di conseguenza abbassandone la posizione. Per evitare che questo accada, dovresti instaurare un buon rapporto con i proprietari dei siti con i quali hai buoni backlink, in modo che non li tolgano e non aggiungano parametri tipo Noindex e Nofollow al link che porta al tuo sito.

  1. Proteggi il tuo sito dagli hacker e malware

Sembrerà strano, ma gli hacker non hanno pietà e, una volta entrati nel tuo sito, possono fare molti scherzetti. Quindi: crea una password molto complessa con caratteri speciali, fai un backup giornaliero del sito e installa un buon antivirus.

  1. Controlla i contenuti duplicati

Un’altra pratica molto usata per far penalizzare il sito è copiare i contenuti e spargerli in giro per il web, in questo modo Google penalizza anche te. Quindi bisogna tenere sotto controllo questa pratica comune utilizzando degli strumenti che possono aiutarci a monitorare i contenuti: noi consigliamo copyscape.com.

  1. I social network

Oggi i social sono molto importanti, quindi è altrettanto importante tenere sotto controllo la brand reputation. Con mention.com puoi controllare chi utilizza il tuo marchio in modo improprio.

  1. Velocità ed usabilità del sito

Controlla periodicamente la Search Console e/o Google Analytics per vedere la velocità del tuo sito e le sue performance, in modo da correre ai ripari nel caso in cui ci fossero valori fuori dal normale.

 

Il sito va continuamente monitorato, controllato e curato, e quando qualcuno bussa alla tua porta bisogna essere pronti a ricevere il dolcetto (cliente felice) o scherzetto (utente scontento).

 

Se vuoi saperne di più sulla SEO in generale, o sei interessato ai nostri servizi SEO, contattaci a marketing@wellnet.it

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