10 Febbraio, 2020 | Di Wellnet

Sanremo e l’intelligenza artificiale

intelligenza artificiale

Non piangere salame dai capelli verde rame.

Esiste un curioso aneddoto su questo verso di “Eppur mi son scordato di te”: sembra che Mogol (non proprio uno qualunque) abbia commesso un errore di distrazione mentre lo scriveva. Nelle sue intenzioni, i capelli avrebbero dovuto essere rosso rame e non verdi.

Ma così andò in stampa, così la musicarono i Formula 3 e Battisti e così la cantiamo ancora sotto la doccia.

E se Mogol avesse avuto a disposizione uno strumento di intelligenza artificiale, come avrebbe descritto le bionde trecce e le calzette rosse de La Canzone del sole? Sembra fantascienza? Forse non lo è.

Sanremo, le rime e l’intelligenza artificiale.

Il team di ricerca di Musixmatch, catalogo online che raccoglie i testi di 14 milioni di canzoni, ha voluto giocare un po’ con le parole per provare a concepire nuovi scritti, dal sapore tutto sanremese: non chiamando a raccolta parolieri da tutto il mondo, ma affidandosi a un sistema di machine learning.

Progettando una rete neurale capace di cogliere le sfumature del linguaggio, hanno chiesto a una macchina di assorbire i testi di 100.000 canzoni italiane, di cui 1.900 portate al Festival della Canzone Italiana dal 1951 a oggi.

Ed ecco che fra Nilla Pizzi, i Jalisse e Toto Cutugno sono stati prodotti 20 nuovi testi, incentrati su temi quali Amore, Paura, Felicità, Tristezza, Rabbia e Libertà.

SanRobot, well done!

Ebbene, ora ci si chiederà che cosa avrà scritto una macchina.

Fra frasi romantiche, locuzioni un po’ ermetiche ed espressioni barocche, questa intelligenza non è niente male:

“Ho fatto il mio viaggio con te in questo film”

“È una questione di sguardi che si perdono dentro una canzone”

“Noi che abbiamo ancora da fare, noi che siamo come isole di vita e di quel dolore che fa volare, noi che come le rondini”

“E le nostre corse come in bici in ascensore”

“Quando il vento soffia sulle tue parole si ferma sulle tue zie” – Sì, forse questa un po’ troppo, eh?

Parole, parole, parole.

I puristi e tradizionalisti possono dormire sonni tranquilli: nessuno toglierà il lavoro ai parolieri. Però questo sistema, che nell’esperimento sanremese ha funzionato, potrà aiutarli a trovare nuova ispirazione. Un po’ come un compagno di lavoro che li aiuti a coltivare l’immaginazione, per dipingere nuove metafore da consegnare ai vinili, alle radio, alle nostre serenate.

Perché l’AI non ci sostituirà, ma potrà supportarci anche per i compiti più creativi.

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