Leggere a video: quanti caratteri per riga?
La lettura di un testo coinvolge diversi aspetti cognitivi fra cui: percezione, attenzione e memoria. Un buon lavoro tipografico, perciò, può migliorare le performance cognitive del lettore e l'atteggiamento verso il contenuto stesso. I vincoli di cui tenere conto sono:
- la difficoltà nel passare alla riga successiva
- troppe interruzioni spezzano l'apprendimento di un concetto (troppi a capo per intenderci)
- la velocità di lettura sembra aumentare con la lunghezza del testo
- i lettori sembrano più a loro agio con righe corte
Una regola abbastanza diffusa indica che il numero di caratteri per riga (tenendo conto anche degli spazi) debba essere compreso tra i 45 e i 75 CPL (Charachters Per Line). Tuttavia, questa euristica non evidenzia il rapporto preciso (non necessariamente calcolabile) tra la leggibilità di un testo e le seguenti grandezze:
- dimensione del font
- tipologia del font
- altezza dell'interlinea
- larghezza della riga
L'euristica del 45-70 CPL, perciò, tiene conto solo del raporto tra la larghezza della riga e la dimensione del font. Una delle fonti più citate sull'argomento è Dyson (2004), la quale rileva che al crescere della lunghezza della riga deve corrispondere un aumento dell'interlinea in modo da garantire che l'occhio riesca a individuare facilmente la riga successiva quando va a capo (angolo di ritorno della scansione). Sempre la stessa fonte inoltre rileva due dati discordanti:
- in accordo con Shaikh (2005) più la riga è lunga (per esempio, 100 CPL), più il lettore è veloce;
- tuttavia, righe più corte (55 CPL) implicano una maggiore attenzione e comprensione (questo in disaccordo con Shaikh (2005)).
Entrambe le fonti sono concordi nel rilevare che l'utente preferisce righe più corte.
A complicare il quadro, ci sono le osservazioni di Nielsen (2006) che rileva un pattern piuttosto interessante battezzato F-Shaped. Attraverso le tecniche di tracciamento del movimento oculare è risultato che spesso la lettura delle pagine segue un andamento a forma di F: due strisce orizzontali seguite da una verticale.
Questo dato conferma ancora una volta l'ipotesi della lettura estremamente rapsodica dell'utente sul web e della difficoltà di incastrarlo in schemi precisi. Siamo ancora all'interno di ipotesi e non è chiaro il ruolo motivazionale che sottende l'utente (soprattutto in rapporto alla credibilità della pagina che sta leggendo).
L'idea che mi sono fatto e le ipotesi che metto sul piatto sono le seguenti:
- quando vogliamo dare un messaggio di marketing spinto (chi siamo, cosa offriamo, etc.): prediligere righe più lunghe (90-100 CPL) con testi nell'insieme brevi e ricchi di “ancore” (boldati, link, elenchi puntati, etc);
- quando invece vogliamo raccontare qualcosa (un articolo, una storia, etc) ci troviamo inevitabilmente di fronte a un testo lungo. In questo caso privilegerei il lettore fornendogli un testo intorno ai 70-80 CPL, in modo da farlo sentire più a suo agio senza spezzare troppo il ritmo di lettura.