26 Settembre, 2011 | Di Wellnet

Drupal è difficile?

Drupal è difficile?

Si. Perchè? Bisogna studiare.

In questi anni, operando sia come formatore sia come consulente, ho notato che il variopinto mondo del Web Design non ama studiare. O, per lo meno, non è così ovvio che bisogna studiare, leggere articoli e libri. Per poi magari criticare, e non utilizzare una certa tecnologia.

Tralasciando gli improvvisati, trovo che anche tra coloro che intraprendono questa professione con un minimo di serietà c'è una certa resistenza allo studio. E lo noto in particolare dallo stupore con cui spesso si rendono conto che “copiare e incollare” codice scritto da altri non è sufficiente.

Drupal fa parte di quelle tecnologie per cui bisogna studiare. Non è la panacea di tutti i mali, ci mancherebbe. Può non piacere. Ha tanti difetti. Però, anche se lo si vuole criticare, resta il fatto che bisogna studiare. Innanzitutto, perchè Drupal è sia un Content Management System sia un Framework di sviluppo. Questa è la prima fonte di confusione perchè spesso si ignora completamente il secondo aspetto, originando perniciosi paragoni con altri CMS come WordPress o Joomla. La componente di Framework, invece, è fondamentale per comprendere le ragioni per cui spesso l'interfaccia di amministrazione risulta ostica ed eccessivamente complessa (e a volte lo è davvero). In particolare, il framework ha fornito la spinta per una costante tensione verso l'automazione dei processi che ha lentamente spostato le problematiche dalla programmazione alla configurazione. Permettendo sicuramente un'accelerazione dei tempi di sviluppo di un progetto, a fronte di un'interfaccia decisamente complessa (inevitabilmente complessa). Views è un esempio emblematico di questo processo: fondamentalmente, è un query builder. In pratica, mi permette di aggregare contenuti in pagine, blocchi e web services semplicemente (si fa per dire) configurando il tutto da un pannello di controllo (senza dover scrivere una riga di codice). In altre parole, è più semplice spiegarlo a chi ha già qualche nozione di database. Chi non sa che cosa sia una query ha bisogno di colmare almeno in parte questa lacuna. Altrimenti, non capirà mai fino in fondo come usare Views (e perchè a volte non può funzionare). Oltre alla gestione dei contenuti e alla programmazione, quindi, si è aggiunta una componente intermedia che potremmo chiamare di building che richiede competenze precise. Ecco la seconda fonte di confusione. Il builder non è un content manager e un content manager non può improvvisarsi builder.  Il builder è la figura che struttura e predispone gli strumenti che poi verranno utilizzati dal content manager per arricchire il sito. Le sue competenze sono trasversali e non necessariamente deve essere in grado di sviluppare moduli o temi. La sua abilità sta nel saper recepire le linee guida riguardanti architettura dell'informazione, funzionalità e wireframe. Quando le funzionalità non sono soddisfatte da moduli esistenti, allora interviene il developer per realizzare nuovi moduli o temi custom. Quest'ultima figura deve perciò avere sia nozioni solide di PHP a oggetti, HTML e CSS sia nozioni robuste di building (altrimenti non sarà in grado di comprendere correttamente il framework). Questa complessità, tuttavia, dipende dal fatto che progettare e realizzare un sito web è una faccenda complessa di per sè. Se poi il sito web è una web application allora le esigenze si complicano ulteriormente. Un po' di "copia e incolla" non basta più.

Wellnet
Wellnet

Wellnet è una nuova realtà nel panorama delle agenzie digitali italiane: 70 expertise complementari e integrate, con sedi a Milano, Torino Cuneo e Modena, frutto della fusione di tre realtà di successo preesistenti.

Potrebbe interessarti: